LUDOVICA
Non voglio fare di tutta l’erba un fascio, ma le donne che vedo non mi piacciono.
Abbiamo lottato così tanto per essere considerate sullo stesso piano degli uomini
che molte donne hanno dimenticato cosa voglia dire essere donna.
Ci sono tante piccole cose che abbiamo dimenticato o facciamo finta di aver
dimenticato per sembrare agli occhi degli uomini più forti ed indipendenti,
sbagliando.
Pagare metà della cena non mi rende forte ed un uomo che apre la portiera della
macchina non è “antico”. Molte donne hanno sviluppato un approccio così sfrontato
ed eccessivamente mascolino, che gli uomini si sono trasformati in eunuchi senza
carattere, ed ovviamente ce ne lamentiamo.
Vedo donne troppo forti e donne troppo deboli, credo ci manchi la giusta via di
mezzo.
Da bambine siamo convinte che tutte le donne debbano essere principesse che
aspettano un principe azzurro . Crescendo invece ho capito che dobbiamo aspirare
ad essere regine regnanti, con accanto un principe consorte, che ci ama e ci
supporta e che possiamo regnare con o senza di lui.
Purtroppo credo sia ancora fortemente radicata nella nostra società la coincidenza
tra la felicità di una donna e la presenza di un uomo accanto.
Io sono stata cresciuta da mia madre e mia nonna e posso senza ombra di dubbio
affermare che una donna sola può fare tutto. Lo stereotipo della famiglia “perfetta”
composta da madre e padre sotto lo stesso tetto è sopravvalutato. Molte donne
credono di non poter vivere o crescere un figlio correttamente senza la presenza di
un uomo e mia madre è un esempio di quanto questa convinzione possa essere
sbagliata.
Quante donne senza un uomo si sentono perse ? Quante donne scendono a
compromessi pur di tenersi vicino un uomo ? Quante donne hanno una vita senza
amore perché ” è meglio per i figli”? Stronzate.
Un uomo non è fondamentale, l’amore lo è.
Fortunatamente ho un bellissimo rapporto con il mio corpo, cerco di amarmi per
quella che sono, imparando ad accettare ciò che non mi piace.
Per tanto tempo ho odiato i miei capelli, non li sopportavo.
Sin da bambina venivo identificata come la “bionda e riccia “.
Quanto ho sognato di essere la bambina al primo banco, con i capelli castani,
bellissimi, liscissimi, ordinatissimi e con un cerchietto a pois… E invece no, ero la
bambina che sembrava appena uscita dalla giungla, all’ultimo banco perché i miei
capelli coprivano la visuale ai compagni più piccini ed il cerchietto non l’ho mai
potuto mettere.
Crescendo è andata meglio perché mi facevano molti complimenti per i miei capelli
però io non ci credevo. Non credevo che i miei capelli fossero belli perché
purtroppo ai ragazzi della mia età non piacevano per niente. Al liceo ero quella che
” è una bellissima ragazza, peccato per i capelli, liscia starebbe benissimo”,
perché a quell’età le ragazze dovevano essere liscissime e magrissime ed io ero
un vulcano biondo.
Pian piano ho iniziato a prendere coscienza che avevo davvero dei capelli
bellissimi, perché non è facile vederne di simili. Quella montagna di boccoli è
diventata la mia forza ed il mio più grande amore.
Ed ora che anche io ho iniziato a credere ai complimenti che ricevo, gli stessi
ragazzini che mi prendevano in giro si mangiano i gomiti !
Vorrei non dover essere più essere costretta ad ascoltare un linguaggio sessista.
Un linguaggio che ti definisce per il genere che sei. Ti definisce in quanto femmina,
assecondando uno stereotipo. Passare da un dettaglio all’insieme. Dire “fica”, per
esempio per dire donna.
Ma il vero problema è pensare che si possa usare un linguaggio irrispettoso della
persona.
Credo solo che le donne debbano solamente essere donne, con la forza e la
delicatezza che questo nome racchiude.
Ludovica, 23 anni.
Ph. Mattia De Nittis
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